Sicuramente l’Italia è famosa in tutto il mondo (anche) per la sua cucina, ricca di piatti tipici davvero gustosi.
Come ad esempio la carbonara.
Ma cucinare è diverso dal conservare. Infatti, molte persone non sanno come conservare alcuni degli ingredienti più importanti per la preparazione di alcuni pasti.
Ecco perché, con questo articolo, scopriremo come conservare il guanciale, alimento che prevede una conservazione diversa a seconda della sua tipologia.
Ad esempio, un guanciale stagionato ha una conservazione diversa da uno che non lo è. Insomma, ci sono una serie di segreti e di errori da evitare che a breve ti riveleremo.
Prima però, partiamo dalle basi della cucina tradizionale.
Una delle domande più classiche sulla cucina tradizionale Romana riguarda un dubbio quasi amletico: “La carbonara si fa con la pancetta o con il guanciale“?
Una domanda che farebbe infuriare numerosi esponenti della cucina Romana per eccellenza.
Fortunatamente, a grandi linee, la maggior parte degli italiani conosce qual è la differenza tra questi due ingredienti, che si ricavano entrambi dal maiale.
Non a caso, i nomi dei due ingredienti che negli anni hanno caratterizzato molti piatti della nostra cucina possono aiutarci.
La pancetta, come suggerisce il nome stesso, si ricava dal ventre (quindi dalla pancia) del maiale.
Al contrario, il guanciale si ricava dalla sua guancia.
Oltre a questo, anche il sapore può aiutarci a comprendere bene le differenze tra guanciale e pancetta, soprattutto quando stiamo assaporando una carbonara.
Almeno riusciremo a capire se si tratta del piatto tradizionale o di una “rivisitazione”.
Quindi, riavvolgendo il nastro: nella carbonara si usa pancetta o guanciale?
La risposta è molto semplice e nessuno oserebbe contraddire la tradizione Romana.
La carbonara si fa con il guanciale, più grasso rispetto alla pancetta e con un sapore più deciso.
Questo perché il guanciale viene fatto stagionare a lungo ed è molto grasso, ragion per cui il sapore è completamente diverso rispetto a quello della pancetta.
Inoltre la stagionatura avviene a crudo ed ha una durata media di due mesi, con una lavorazione piuttosto lunga e divisa in vari passaggi.
Queste peculiarità caratterizzano la carbonara e l’amatriciana.
Ma come dicevamo in precedenza, conservare il guanciale non è così semplice…
Il guanciale è un alimento stagionato. Questa stagionatura conferisce all’ingrediente – Re della cucina Romana – il suo sapore caratteristico.
E può essere di due tipi: fresco o cotto.
Quindi devi sapere che una durata maggiore (in termini di conservazione) dipende proprio dalla stagionatura.
Dovrai conservare il guanciale in un luogo asciutto e pulito, al riparo da fonti di calore.
Al contrario, se ti troverai davanti ad un guanciale fresco, dovrai consumarlo entro 3-4 giorni e dovrai tenerlo in frigo ad una temperatura di circa 4 gradi.
Secondo le norme della buona conservazione, il guanciale in frigo si avvolge con la pellicola trasparente.
Ma attenzione: è altamente sconsigliato congelare il guanciale.
Infatti, rischieresti di perdere tutto il grasso che lo caratterizza, perdendo così la parte migliore del guanciale.
Ora che hai scoperto come si conserva il guanciale, non ti resta che migliorare il sapore di un bel piatto di carbonara!
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