In questo articolo voglio parlarti di un celebre contorno della cucina romana popolare, un piatto semplice e gustoso preparato con pochi ingredienti che danno vita ad una pietanza dal sapore davvero unico.
Questo tipica ricetta romana è caratterizzata dalla dominante nota amara di un’erba selvatica e spontanea di campo, accostata all’intenso aroma dell’aglio e alla timida piccantezza del peperoncino, che conferisce al piatto un gusto talmente particolare da renderlo il perfetto “compagno” di piatti sia a base di carne che di pesce.
Forse non tutti conoscono le proprietà benefiche della cicoria: composta soprattutto da acqua, è un alimento ricco di fibre, vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti e antinfiammatorie. Queste ultime le conferiscono proprietà terapeutiche per un impiego in ambito erboristico e farmaceutico.
Normalmente la cicoria viene preparata facendo soffriggere l’aglio con un po’ d’olio, a cui viene aggiunto il peperoncino.
Dopo aver preparato il soffritto si aggiunge la cicoria lessata e la si fa cuocere per circa dieci minuti, girandola continuamente. Dopo aver cotto e insaporito la cicoria, è possibile procedere con la composizione del piatto.
Questa è la ricetta originale, ma ne esistono anche altre versioni: alcuni aggiungono anche l’uva passa e i pinoli tostati, ottenendo un risultato talmente delizioso da essere apprezzato anche dai bambini.
La cicoria, grazie al suo gusto amarognolo, viene impiegata spesso in cucina per creare piatti ricercati dagli accostamenti interessanti: in genere vengono utilizzati i fiori crudi per preparare fresche insalate, le radici invece vengono quasi sempre bollite e condite in svariati modi, oppure essiccate e tostate per farne una sorta di bevanda che funge da surrogato del caffè.
Secondo alcune fonti storiche, la cicoria era una verdura consumata anche nell’antichità: pare che Galeno di Pergamo, medico greco antico, la ritenesse la “vera amica del fegato” e che Plinio Il Vecchio ne lodasse le sue preziose virtù rinfrescanti.
Tipica esponente della dieta Mediterranea, viene raccolta e mangiata fin dai tempi antichi. Infatti, è da sempre presente sulle tavole delle popolazioni che hanno abitato quest’area geografica e che le hanno riconosciuto proprietà nutrizionali e usi al di là di quello prettamente alimentare. La specie “Cichorium Intybus L.” è nota come cicoria selvatica e questa famiglia raggruppa una serie di piante a crescita spontanea dalle quali hanno avuto origine ortaggi come i radicchi, la Cicoria Catalogna, la Cicoria di Bruxelles o quella Witloof.
Quindi, trattandosi di un’erba spontanea presente in tutta l’area del bacino mediterraneo, è da sempre stata utilizzata a fini alimentari. I primi esempi di coltivazione risalgono al XVII secolo e da allora si sono sviluppate tecniche colturali in grado di valorizzare le differenti varietà di cicorie. Anche l’utilizzo della pianta come surrogato del caffè risale a quell’epoca.
La cicoria è arrivata ai giorni nostri in numerose varianti gastronomiche di tradizione povera e popolare. Ha portato con sé il suo bagaglio terapeutico, con le preparazioni a uso fitoterapico delle tisane e con impieghi nella cosmesi con maschere purificanti e in fitoterapia.
Oltre ad un profilo nutrizionale di tutto rispetto, la cicoria apporta diversi benefici alla salute. Versatile ed economica, può essere a pieno titolo anche protagonista di una dieta ipocalorica senza sensi di colpa.
Infatti è un ortaggio che grazie alla presenza delle fibre alimentari induce quel senso di pienezza e sazietà che riduce l’appetito e quindi l’introito calorico.
Sempre per merito delle fibre, che aiutano a depurare il corpo dalle tossine e facilitano l’attività digestiva e la salute intestinale, possiamo spingerci ad affermare che la cicoria non dovrebbe mai mancare a tavola.
Tali proprietà si devono all’inulina che, insieme alle altre fibre solubili, favorisce l’evacuazione e migliora la consistenza delle feci. È dunque molto utile per chi soffre di stitichezza. Inoltre, stimola la produzione della bile con effetti lassativi.
Come tutti gli ortaggi, anche la cicoria possiede una buona quota di antiossidanti, come polifenoli e carotenoidi. Si tratta di molecole bioattive che contrastano i radicali liberi, rallentandone l’attività, e quindi l’invecchiamento cellulare ed il conseguente rischio di patologie cardiovascolari e neurodegenerative.
Nello specifico, l’associazione di fitocomposti come la luteina, la clorofilla e altri carotenoidi sostiene l’organismo contro lo stress ossidativo. Diversi studi, infatti, hanno evidenziato le proprietà protettive di queste sostanze contro l’accumulo di colesterolo e l’insorgenza di malattie dell’occhio come la degenerazione maculare della retina.
Diverse ricerche, oltre all’esperienza diretta, mostrano come la cicoria aiuti a regolare lo stimolo della fame ed a saziare più rapidamente, riducendo l’appetito e quindi le calorie introdotte.
Sempre le fibre svolgono un ruolo considerevole per tenere sotto controllo i livelli ematici di glucosio e l’assorbimento dei grassi.
Ad ogni modo, ci tengo a dirti che la cicoria si può consumare sia cotta che cruda.
È una verdura molto saporita con spiccate note amarognole. Le foglie più tenere e giovani si possono utilizzare crude in insalata, da sole o aggiunte ad altre erbe selvatiche, come nella famosa “misticanza” laziale.
Comunque, la preparazione della cicoria è simile a quella di altre insalate mentre le puntarelle, di solito, si condiscono con alici, aglio e olio.
Ma la cicoria cotta e ripassata con aglio e peperoncino è uno dei piatti tipici della cucina romana.
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