Il Cavallino in Villa

Questa particolare erba sacra per gli antichi Romani può regalare al tuo palato le soddisfazioni che merita?

In questo articolo ti voglio parlare di una speciale pianta aromatica, il cui nome deriva dal latino.

Salvus, cioè sano e sicuro, indica la tanto amata salvia, utilizzata e conosciuta fin dall’antichità dagli antichi Romani e Greci come sempreverde medicinale.

Le foglie della salvia, dal colore grigio-verde, abbondano di oli essenziali e di sostanze aromatiche.

Il suo largo impiego in cucina, soprattutto nelle ricette provenienti dal bacino mediterraneo, è la testimonianza di quanto sia amata la salvia ai fornelli.

Ma tra tutte le specie di salvia (ne esistono più o meno 900), è quella officinalis ad essere principalmente impiegata per preparare moltissimi piatti.

Nemmeno a farlo apposta, le foglie di salvia fritte in pastella risultano uno degli antipasti più conosciuti di tutta Italia…

… per quanto sia tipico della cucina tradizionale romana.

Più in particolare, oggi scopriremo i retroscena della salvia fritta in pastella.

Questo piatto si prepara con le foglie più grandi della salvia, più carnose e che normalmente si sviluppano nelle piante di salvia messe a dimora in terra, non nei vasi.

Figurati che nelle campagne romane questa pianta è da sempre famosa non solo per il sapore fresco e pungente, ottimo accompagnato a carne, pesce e verdure, ma anche per le sue proprietà antidolorifiche e purificanti.

Non a caso, una pratica ayurvedica consiste nello sfregare i denti con le foglie di salvia per ottenere denti bianchi e alito fresco.

In questa ricetta, visto che la salvia si frigge in pastella, potresti pensare ad una proposta “poco salutare”.

Però le proprietà della salvia rimangono intatte e la frittura, se fatta a regola d’arte, non svilupperà sostanze nocive.

Per ottenere questo risultato è importante scegliere un olio dedicato alla frittura, cioè un olio senza residui (che brucerebbero durante la frittura) e con un punto di fumo alto.

Quando si scalda l’olio (meglio di arachidi) bisogna mantenere la temperatura costante. Qualora si notasse l’olio fumante, sarebbe opportuno abbassare immediatamente la fiamma.

La pastella per queste foglie si può fare sia con l’uovo, sia senza uova.

Le uova solitamente danno maggiore consistenza alla foglia, di per sé saporita e profumata, ma poco consistente.

Ma in generale, per ottenere una buona pastella, occorre fare in modo che durante la frittura si gonfi, creando un involucro croccante e leggero che non assorba l’olio.

Se usi le uova otterrai facilmente il risultato perché le uova sono particolarmente capaci di incorporare aria.

Bisogna riconoscere che la pastella con le uova non è molto croccante, ragion per cui si consiglia di “tagliare” la farina con quella di mais.

Senza l’uovo, invece, dovrai aggiungere acqua frizzante o birra (hanno all’interno anidride carbonica) sfruttando lo stratagemma dello shock termico.

Ora che ti ho raccontato tutto, devo confessarti che nel nostro ristorante non troverai una proposta legata alla salvia in pastella…

Questa ricetta casalinga poco si adatta all’attività ristorativa e infatti alcuni colleghi la “offrono” come antipasto di benvenuto agli ospiti.

Quelli che troverai al Cavallino in Villa, invece, riguarderà piatti più noti come la carbonara, la cacio e pepe o gli abbacchi alla scottadito.

Ed è il motivo per cui devi assolutamente sapere che non vediamo l’ora di farti gustare le nostre ricette, tutte preparate secondo la tradizione Romana.

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